Tra i diritti dell’embrione vi è quello di
nascere in modo umano. Tale diritto include l’osservanza della
legge di natura, non solo circa la nascita ma anche circa l’inizio
della vita. Per modo umano s’intende che l’essere umano venga
concepito dalla coppia stabilizzata in matrimonio e nel contesto di
un rapporto coniugale tipico della coppia. In altre parole il
concepimento deve essere l’effetto di un atto sponsale
caratterizzato dall’amore e dalla responsabilità coniugale. La
procreazione di una nuova vita umana non può essere frutto solo
dell’istinto e della passione. Essa presuppone una grande
responsabilità. Dio viene chiamato a donare l’anima a quel corpo
microscopico che si forma dalla fusione dei gameti maschili e
femminili.
L’obiezione secondo la quale la morale
cattolica fa coincidere l’etica con la biologia non ha senso. La
morale e la biologia sono realtà diverse. Dio è autore delle leggi
della biologia e della legge morale e ha stabilito che la
procreazione avvenga secondo i ritmi e gli impulsi naturali dell’uomo
e della donna. Ciò si compie nell’intima unione dei coniugi che
si realizza con la loro totale donazione. La Bibbia contiene l’espressione
che indica tale unione: una sola carne (Gn 2,24). Solo nella fusione
completa dei coniugi, sotto l’aspetto fisico, psichico, morale,
spirituale si deve dare origine a un nuovo essere umano. I coniugi
diventano collaboratori di Dio nella trasmissione della vita non
solo perché obbediscono alla sua volontà, ma anche perché
eseguono il precetto nella modalità stabilita da Dio stesso.
Nascere in modo umano significa questa
pienezza di valori. Il diritto a nascere così viene negato quando
si ricorre all’inseminazione artificiale omologa ed eterologa;
quando si prelevano i gameti e si produce la vita in vitro. In
questi casi nasce un nuovo essere umano, ma non in modo umano. La
vita sboccia in laboratorio per un intervento tecnico. La
partecipazione affettiva e biologica degli sposi non basta a dare a
quell’intervento lesivo dei diritti della persona, il valore
proprio dell’atto coniugale. In quel caso il bambino diventa
oggetto di una tecnica suggerita dalla scienza in cui l’apporto
dei genitori è indiretto. Nascere in modo umano si ha con il
rispetto della legge naturale, che presiede alla procreazione, che
risale a Dio e che la donna e l’uomo non possono né sostituire,
né modificare. L’unico apporto lecito è l’aiuto che non
prescinde dall’atto sessuale sponsale, simultaneo e
interpersonale. L’utilizzo dei gameti rinvenibili in natura, il
successivo impianto dell’embrione nel corpo della donna-madre e la
gestazione non annullano il vuoto prodotto nella fase iniziale della
vita. La quale non solo non è marginale ma è essenziale perché
riguarda il modo con cui un essere umano viene concepito e comincia
ad esistere. E’ un momento di forte emozione, carico di impulsi,
di affetti, di scambi di valori propri della vita sponsale che
nessuna tecnica potrà sostituire.
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