Gesù di Nazaret rivelato ai piccoli 

- Ritorno in Galilea -


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Ritorno in Galilea

Il successo dell’attività missionaria di Gesù suscita la diffidenza 
dei fari sei, tanto che egli deve lasciare la Giudea e ritornare in 
Galilea, lontano da Gerusalemme. I galilei lo accolsero con gioia.


Molti di loro erano stati testimoni delle opere straordinarie fatte 
da Gesù in Giudea e alloro ritorno ne avevano parlato suscitando 
fierezza fra i compatrioti del profeta. 


Recatosi di nuovo a Cana, il paese del primo miracolo, Gesù 
fu subito ricercato per la sua fama di taumaturgo. A Cafarnao, il 
figlio di un funzionario del tetrarca Erode Antipa, era gravemente 
malato. Il padre, saputo dell’arrivo di Gesù, andò in fretta a 
Cana pregandolo di andare a guarire il malato morente. Gesù gli 
disse: "Se non vedete segni e prodigi, voi non credete". Il funzio- 
nario del re insistette: "Signore, scendi prima che il mio bambino 
muoia". Gesù gli rispose: "Và, tuo figlio vive". Quell'uomo 
credette alla parola che gli aveva detto Gesù. Era l'ora settima, 
cioè l'una del pomeriggio. Dopo il viaggio da Cafarnao a Cana, 
trenta chilometri, non si poteva ritornare subito, perciò il padre 
ripartì il mattino seguente. I familiari gli vennero incontro per 
annunziargli che il ragazzo stava bene. Alla sua domanda, da 
quando avesse incominciato a sentirsi bene, risposero: "Ieri, 
un’ora dopo mezzogiorno la febbre lo ha lasciato. Il padre 
riconobbe che proprio in quell’ora Gesù gli aveva detto: "Tuo 
figlio vive", e credette lui con tutta la sua famiglia. 


In questo tempo Gesù si recò nei vari centri della Galilea. I 
soggiorni più lunghi e frequenti avvenivano a Cafarnao, che 
aveva sostituito a Nazaret. Gesù parlava soprattutto nella sinagoga, 
altre volte all’aperto o in case private quando si presentava l'op- 
portunità o si era adunata presso di lui una certa folla. I suoi 
ascoltatori crescevano rapidamente, perché avevano notato che 
egli insegnava loro con autorità, non come gli scribi. Il popolo 
trovava una grande differenza fra la dottrina di Gesù e quella 
degli scribi che si appoggiavano all’autorità degli antichi e pen- 
savano che il loro compito fosse quello di trasmettere integralmente 
i loro insegnamenti. Gli scribi erano la voce della tradizione, 
Gesù si attribuiva il diritto di approvare, correggere e rifiutare 
quella tradizione. Il nuovo profeta non solo parlava con autorità, 
ma compiva anche segni straordinari i quali confermavano 
quanto diceva e la gente pensava come Nicodemo: nessuno può 
fare questi segni se Dio non è con lui. 


A Cafarnao, un giorno di sabato, dopo avere insegnato nella 
sinagoga, Gesù liberò un uomo posseduto dal demonio. La gente 
che aveva udito l'insegnamento e visto la liberazione, collegando 
i due fatti si domandava: Che è ciò? Un insegnamento nuovo con 
autorità! Inoltre, comanda agli spiriti impuri e gli obbediscono! 
(Marco 1,27). Gesù esce dalla sinagoga, si reca alla casa di Simon 
Pietro e trova la sua suocera malata. Gesù la prende per mano, la 
rialza e sta così bene che si dà subito da fare per preparare da 
mangiare all’ospite straordinario. La notizia di queste ed altre 
guarigioni spinge i malati e gli indemoniati alla casa di Pietro. 
Gesù" su ciascuno di essi imponendo le mani, li guariva; uscivano 
poi da molti i demoni gridando e dicendo: Tu sei il Figlio di Dio. 
E intimando (Gesù), non permetteva loro di parlare perché sape- 
vano esser lui il Cristo (Messia)" (Luca 4, 40-41). La manifestazione 
di Gesù come Messia avvenne gradualmente. 


Insieme col diffondersi della fama del nuovo profeta sorgono 
ostacoli, prima da parte dei farisei e poi da altri. 
Un lebbroso si avvicinò a Gesù, si inginocchiò davanti a lui e 
gli disse: "Signore! Qualora tu voglia, puoi mondarmi! (Luca 5, 12). 
I lebbrosi nell’antico Israele facevano orrore; erano esclusi 
per la legge mosaica dalla società, avevano l'obbligo di stare in 
luoghi separati e di gridare: "Scostatevi! C'è un impuro!", quando 
uno si avvicinava alla loro dimora. Qualche volta si mandava un 
po' di cibo a questi malati, ma la società non voleva saperne di 
loro, ritenuti il rifiuto dell'umanità, la personificazione dell'impurità. 
Tuttavia, non raramente i lebbrosi violavano la segregazione im- 
posta, come fece il lebbroso che si presentò a Gesù. Il suo caso 
era così grave che neppure ardì esprimere il suo desiderio di 
guarigione, ma solo espresse la sua fiducia in Gesù, il quale ebbe 
pietà di lui, stese la mano, lo toccò e disse: "Voglio! Sii mondato! 
(Marco 1, 41). Il lebbroso fu guarito subito e Gesù lo fece allontanare 
per evitare l'entusiasmo della gente e gli comandò di non 
divulgare l'accaduto e gli ricordò di adempiere quanto la legge 
mosaica prescriveva nei rarissimi casi di guarigione, cioè di pre- 
sentarsi al sacerdote per fare accertare la guarigione e di offrire il 
sacrificio di purificazione. Da parte di Gesù fu un atto di 
obbedienza alla legge. Il lebbroso divulgò la sua guarigione e 
molti altri accorsero a Gesù per essere guariti. "Cosicché egli non 
poteva più entrare palesemente in città ma stava fuori in luoghi 
solitari" (Marco 1, 45). 


Più tardi Gesù rientrò a Cafarnao e la sua popolarità aveva 
attirato l'attenzione dei farisei e degli scribi, i quali cominciarono 
a sorvegliarlo. Infatti, durante questa permanenza a Cafarnao, 
mentre insegnava in una casa, vi stavano anche seduti farisei e 
dottori della legge, i quali erano venuti da ogni villaggio della 
Galilea, Giudea e Gerusalemme (Luca 5, 17). È da notare che si 
fossero mossi per sorvegliarlo fin da Gerusalemme.Mentre Gesù 
stava parlando, alcuni uomini cercarono di aprirsi un passaggio 
tra la folla accalcata all'ingresso: portavano un paralitico steso su 
un giaciglio, sperando di arrivare fino al Maestro per presentarglielo. 
Ma il passaggio era impossibile. Dato che in Palestina le case dei 
poveri consistevano di solito nel solo pianterreno, coperto da 
una terrazza di terra battuta, essi salirono per la scala esterna 
sulla terrazza, rimossero la terra e qualche tavola e dalla buca ca- 
larono con le funi il giaciglio con il paralitico. Gesù cessò di 
predicare e ammirando la fede di quei portatori, disse al paralitico: 
"Sono rimessi i tuoi peccati!". Gli ebrei pensavano che l'infermità 
corporale, soprattutto se era grave e cronica, fosse una conseguenza 
del peccato. Udite queste parole, gli scribi e i farisei cominciarono 
a ragionare dicendo: "Chi è costui che pronuncia bestemmie? 
Chi può rimettere i peccati, se non Dio soltanto?" (Luca 5, 21). 


Gesù rispose: "Che cosa andate ragionando nei vostri cuori? Che 
cosa è più facile, dire: Ti sono rimessi i tuoi peccati, o dire: Alzati 
e cammina? Ora, perché sappiate che il Figlio dell'uomo ha il 
potere sulla terra di rimettere i peccati: io ti dico, esclamò rivolto 
al paralitico, alzati, prendi il tuo lettuccio e và a casa tua". Subito 
egli si alzò davanti a loro, prese il lettuccio su cui era disteso e si 
avviò verso casa glorificando Dio. Tutti rimasero stupiti e levavano 
lode a Dio: pieni di timore dicevano: "Oggi abbiamo visto cose 
prodigiose" (Luca 5,22-26). 


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