Regole per la comunità di Gesù Arrivarono a Cafarnao e quando fu nella casa domandò
loro: Di che cosa discutevate per via? (9,33).
Inizia un lungo dialogo con i discepoli. Gesù fa una scuola di
comunità. Queste le regole per il suo gruppo: servizio, apertura,
aiuto, primato del regno.
È da notare quello che dice l'apostolo Giovanni: Abbiamo
visto un estraneo cacciare demoni nel tuo nome e glielo abbiamo
impedito. Si vede quell’egoismo così frequente, quella paura
della concorrenza, che spesso si maschera di fede, ma che è una
sua smentita. Il discepolo insicuro male sopporta che lo Spirito
soffi dove vuole. Ne è invidioso. Egli pensa: non dovrebbe lo
Spirito di Dio essere solo nelle nostre mani, così che appaia che
noi soli ne siamo i portatori? Viene alla mente l'episodio dell’Antico
Testamento. Mosè comunicò lo Spirito di Dio a settanta anziani,
che erano usciti dal campo e si erano radunati presso il tabernacolo.
Ma un giovane notò con sorpresa che lo Spirito si era posato
anche su Eldad e Medad, due anziani che non si erano uniti al
gruppo e che non erano usciti dal campo, e anch' essi si misero a
profetizzare. E Giosuè esclamò: Mosè, Signore mio, proibisciglielo!
Mosè gli rispose: Sei tu geloso per me? Fosse profeta tutto il
popolo di Dio e avesse il Signore posto il suo Spirito su ciascuno
di loro!" (Numeri 11, 16-30). Gli autentici amici di Dio, godono
della liberalità dello Spirito, perché amano Dio e non se stessi.
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