Levi il pubblicano
"Dopo ciò egli uscì e vide un pubblicano di nome Levi
seduto al banco delle imposte, e gli disse: "Seguimi! Egli lasciando
tutto, si alzò e lo seguì. Poi Levi gli preparò un grande banchetto
nella sua casa. C'era una folla di pubblicani e d'altra gente con
loro a tavola. I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai
suoi discepoli: Perché mangiate e bevete con i pubblicani e i pec-
catori? Gesù rispose: Non sono i sani che hanno bisogno del
medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i
peccatori a convertirsi" (Luca 5, 27-32).
Cafarnao, al tempo di Gesù, doveva la sua importanza alla
collocazione presso la grande strada battuta dalle carovane pro-
venienti dalla Siria. È questo il motivo per cui era dotata di una
esattoria. Levi il pubblicano, figlio di Alfeo, era uno degli addetti
alla riscossione delle tasse.
Levi, all'invito "Seguimi", lascia tutto, abbandona il posto di
lavoro, si mette alla sequela di Gesù. Per cambiare la sua vita
Levi deve abbandonare tutto. Per l'evangelista Luca, questa è
una condizione essenziale (cfr. 5, 11).
La mormorazione dei farisei e degli scribi ricorda quella
degli israeliti contro Mosè. Gesù risponde che se un medico si
occupa solo dei sani e sta lontano dai malati è un fallito nella sua
professione. Come a dire: non intendo occuparmi di voi scribi e
farisei, che siete i sani, i giusti.
Levi, all'invito di Gesù, ritrova il coraggio smarrito e la sua
vita conosce una nuova realtà.
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