La trasfigurazione Il fatto avviene su un monte alto, di cui non viene detto il
nome. Una tradizione, che risale al secolo IV, indica il monte
Tabor, il quale è alto circa 600 metri. Ma poteva anche sembrare
un molte alto, perché era isolato e dalla sua cima si poteva
vedere gran parte della Galilea. La cima, eccetto in occasioni di
guerre, offriva quella solitudine richiesta dalla trasfigurazione,
perché il monte era scosceso, sassoso e privo di acqua.
Gesù prese con sé i tre apostoli Pietro, Giacomo e Giovanni e
li condusse sul monte.
La strada lunga, la salita faticosa, la stagione estiva fecero sì
che i quattro giungessero sul posto stanchi; probabilmente
giunsero di sera, cosicché i tre apostoli si prepararono un giaciglio
e si misero a dormire (Luca 9, 32).
Gesù invece, come faceva spesso, si mise a pregare a breve di-
stanza da loro. D'improvviso gli apostoli vengono colpiti da una
luce vivissima e vedono Gesù "trasfigurato davanti a loro; il suo
volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la
luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con
lui" (Matteo 17,2-3). Luca aggiunge: "Parlavano della sua dipartita
che avrebbe portato a compimento a Gerusalemme" (9,31). L'evan-
gelista Luca continua dicendo: "Pietro e i suoi compagni erano op-
pressi dal sonno, tuttavia restarono svegli e videro la sua gloria e i
due uomini che stavano con lui. Mentre questi si separavano da
lui, Pietro disse a Gesù: Maestro è bello per noi stare qui. Facciamo
tre tende una per te, una per Mosè e una per Elia. Egli non sapeva
quel che diceva (9, 32-33). Marco aggiunge: "Non sapeva infatti
che cosa dire, poiché erano stati presi dallo spavento" (9,6). Luca
scrive: "Mentre (Pietro) parlava così, venne una nube e li avvolse;
all’entrare in quella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una
voce che diceva: Questi è il Figlio mio, l'eletto, ascoltatelo. Appena
la voce cessò, Gesù restò solo" (9,34-35).
Matteo aggiunge: "All'udire ciò, i discepoli caddero con la
faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si
avvicinò e toccateli, disse: Alzatevi e non temete. Sollevando gli
occhi non videro più nessuno, se non Gesù solo.
E mentre discendevano dal monte, Gesù ordinò loro: Non
parlate a nessuno di questa visione, finché il Figlio dell'uomo
non sia risorto dai morti" (17, 6-9). Dopo la professione di fede
dell’apostolo Pietro e il primo annuncio della passione, la trasfi-
gurazione è la solenne dichiarazione del Padre che Gesù è il
Figlio unigenito. Questa voce si è già sentita nel battesimo, qui vi
è una nuova approvazione di Gesù, il quale donando la propria
vita giungerà alla gloria, come il discepolo se farà della sua vita
un dono. La trasfigurazione presenta Gesù come il Figlio di Dio,
il Figlio prediletto, ossia unico, che si deve ascoltare. Essa è una
rivelazione rivolta ai discepoli.
La nube, la voce del Padre, la presenza di Mosè e di Elia ri-
chiamano la manifestazione di Dio sul monte Sinai. Con questo
si vuole affermare che Gesù è il nuovo Mosè, e che in lui giungono
a compimento le attese, l'alleanza e la legge. Altri elementi, come
la trasfigurazione della sua persona, le vesti candide, evocano il
Figlio dell'uomo del profeta Daniele, glorioso e vincitore, e anti-
cipano la sua risurrezione, ci rivelano la realtà nascosta della vita
di Gesù, della sua missione. Gesù che cammina verso la croce è il
Signore. La trasfigurazione rivela non solo ciò che Gesù sarà,
dopo la croce, ma anche ciò che egli è.
Dio concede ai discepoli di contemplare la gloria del Figlio,
che anticipa la pasqua, la trasfigurazione rivela anche la realtà del
discepolo, incamminato verso la croce e quindi verso la risurrezione.
L'apostolo Pietro desiderava continuare quella visione, quella espe-
rienza di gioia celestiale. È un desiderio che manifesta una incom-
prensione dell'avvenimento, che non è la meta, è solo l'inizio, un
anticipo della realtà definitiva che il discepolo raggiungerà alla
fine della strada che nella vita presente è quella della croce. Ciò che
è fondamentale è il comando del Padre che ci invita ad ascoltare il
Figlio, non solo con l'adesione della mente alla sua parola, ma at-
tuandola ogni giorno fino a farla diventare norma di vita.
|