La scelta dei dodici apostoli
Dall'inizio della sua vita pubblica erano già passati alcuni
mesi, e il suo ministero nella Galilea gli aveva procurato molti
seguaci. Da questi egli ha tratto le pietre fondamentali del suo
edificio spirituale, che avrebbe resistito nei secoli alle forze del
mondo e dell'inferno.
Gesù sale sul monte seguito dai discepoli; sta per compiere
una grande scelta. Ad essa sono legate le sorti dell’annuncio del
Regno di Dio.
Gesù chiama i suoi discepoli, ne sceglie dodici e dà loro il
nome di apostoli: sono coloro che hanno visto il Signore risorto e
sono vissuti insieme a Gesù. Da questo momento Gesù e i dodici
sono legati dal vincolo della chiamata e della risposta; Gesù è il
nuovo Mosè, i dodici sono le nuove tribù del nuovo Israele. Con
i dodici appena eletti, egli torna alla moltitudine venuta dai
territori ebraici e pagani. La Chiesa nuovo popolo di Dio va
prendendo forma attorno al suo capo, pronta per il servizio, per
la salvezza di tutti gli uomini. Gesù scende con i dodici dal
monte, va verso la folla desiderosa d'incontrarlo e di essere
guarita; ciò rimanda a Mosè che scende dal monte. La folla vede
in lui la potenza di Dio che sana e salva.
Fra i seguaci di Gesù alcuni erano già in una condizione di
particolare comunanza di vita col Maestro: Simone Pietro e Andrea,
Levi cioè Matteo, Filippo, Natanaele ossia Bartolomeo, Giacomo e
Giovanni figli di Zebedeo. A questi sette furono aggiunti altri
cinque: Tommaso, Giacomo d'Alfeo, Simone soprannominato
Zelota, Giuda di Giacomo e Giuda Iscariota, il traditore.
La parola apostolo in greco significa inviato. Nella vita civile
era chiamato apostolo chi veniva inviato a trattare un matrimonio
o un divorzio, a comunicare una decisione giudiziaria. Nella vita
religiosa furono chiamati apostoli i profeti e gli altri inviati da
Dio. Anche il Sinedrio di Gerusalemme aveva i suoi apostoli ed
erano quei messi di cui esso si serviva per fare giungere le sue
notificazioni specialmente alle comunità della diaspora. Fra gli
apostoli del giudaismo, fatta eccezione per i profeti e altri inviati
di Dio, e gli apostoli istituiti da Gesù non c'è nulla in comune,
fuori del nome. I primi erano incaricati che rappresentavano una
certa persona, semplici portatori di messaggi, senza essere inclusi
in una istituzione giuridica. I secondi invece costituivano una
precisa istituzione permanente e, in un senso vero e più nobile,
erano inviati a portare il Vangelo. Il loro numero di dodici
richiama i dodici figli di Israele e le dodici tribù che ne derivarono,
formando la nazione prediletta da Dio: poiché la casa d'Israele
non accolse il Messia, la nuova casa costruita dal Messia, in sosti-
tuzione di quella, ha avuto come sua direzione dodici capi tribù
spirituali. Questo numero di dodici fissato da Gesù fu tenuto in
tanto onore nella prima comunità cristiana, che quando il traditore
Giuda morì, Pietro lo sostituì con un altro apostolo. Infatti, nel
Nuovo Testamento sono indicati di più col nome di dodici, che
con quello di apostoli.
L'elenco dei dodici viene riportato quattro volte nei Vangeli
sinottici e nel libro degli Atti. Nella disposizione dei nomi dei
quattro elenchi ci sono delle variazioni. Si nota sempre il nome
di Pietro per primo e quello di Giuda per ultimo. L'apostolo
Simone viene distinto dall’omonimo Simone Pietro, nel Vangelo
di Matteo con il nome di Cananeo. Questo appellativo Cananeo
deriva dalla parola aramaica "qanana", tradotta dal greco "cana-
noios" e significa zelante, ossia zelota, e non vuole dire che ap-
parteneva al partito degli zeloti, farisei che si opponevano al do-
minio dei romani anche con le armi.
Gli apostoli appartenevano al ceto sociale che si può paragonare
al nostro piccolo commerciante o modesto impiegato. Le loro
condizioni di vita permettevano di astenersi dal lavoro anche
per molti giorni di seguito.
Quando seguirono Gesù erano presi da affetto e da entusiasmo
per lui, ma erano rimasti con i loro pregi e difetti, come vediamo
dallo stesso Vangelo.
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