L'ultima cena
Gesù mandò gli apostoli Pietro e Giovanni in città, e là in-
contrarono un uomo con la brocca, al quale domandarono una
sala grande per l'ultima cena.
Un’antica tradizione dice che era la casa dell’evangelista
Marco.
Si dovevano preparare: una mensa, quattro coppe di vino,
il pane azzimo, non fermentato, l'agnello pasquale, le erbe
amare. La tavola era disposta a semicerchio, con attorno i
divani. I discepoli, secondo l'uso romano, vi si adagiavano.
Gesù stava al centro, alla destra Giovanni, che in quella
sera posò il capo sul petto del Signore, e vicino a lui, Giuda.
Gesù, con un gesto inatteso depone la veste, si cinge di un
grembiule, prende un catino con l'acqua e lava i piedi agli
apostoli. Non è solo un gesto di umiltà, quel servizio che veniva
compiuto dagli schiavi ai loro padroni, ma è soprattutto un
segno di dedizione, di donazione totale.
Pietro non accetta che Gesù gli lavi i piedi. Il Signore replica
che non avrà parte con lui se non accetta. L'apostolo pur di ri-
manere con Gesù gli offre anche il capo e le mani. Due frasi
dette da Gesù turbano la solennità e la gioia della cena pasquale.
Egli dice che non tutti sono puri e cita la Sacra Scrittura: "Anche
l'amico in cui confidavo, anche lui che mangiava il mio pane,
alza contro di me il suo calcagno" (Salmo 41, 10). Detto ciò ag-
giunse: "In verità, in verità vi dico, uno di voi mi tradirà". Gli
apostoli furono sgomenti. Proprio in quella sera si parlava di
tradimento, e fra quei dodici che si erano dati a Cristo stava un
traditore? Tutti allora domandarono al maestro: Sono forse io,
Signore? Ed egli rispose: "Colui che ha intinto con me la mano
nel piatto, quello mi tradirà. Il Figlio dell'uomo se ne va, come
è scritto di lui, ma guai a colui dal quale il Figlio dell'uomo
viene tradito, sarebbe meglio per quell'uomo se non fosse mai
nato!" .
Giuda, il traditore, disse: "Rabbi, sono forse io?" Gli rispose:
"Tu l'hai detto" (Matteo 26, 23-25). Era un modo ebraico per
dare una risposta affermativa. La risposta data da Gesù a Giuda
era sfuggita agli altri commensali. Pietro fece un cenno a
Giovanni invitandolo a domandare a Gesù chi era il traditore.
Giovanni domandò: "Signore chi è?".
La domanda fu esaudita, e nello stesso tempo Gesù fece un
gesto di amicizia verso Giuda. Per gli orientali anticamente, era
un gesto di cortesia offrire a un commensale un boccone, un
pezzo di pane intinto nel vassoio comune e porgerglielo alla
bocca. Alla domanda di Giovanni Gesù rispose: "È colui per il
quale intingerò un boccone e glielo darò". E, intinto il boccone,
lo prese e lo diede a Giuda Iscariota figlio di Simone. E allora,
dopo quel boccone, satana entrò in lui. Gesù quindi gli disse:
"Quello che devi fare, fallo al più presto". Nessuno dei commensali
capì perché gli aveva detto questo: alcuni infatti pensavano
che, tenendo Giuda la cassa, Gesù gli avesse detto: "Compra
quello che ci occorre per la festa", oppure che dovesse dare
qualche cosa ai poveri. Preso il boccone, egli subito uscì. Ed era
notte" (Giovanni 13, 26-30).
Gesù non mira a svelare il traditore, ma a esprimergli il suo
amore, dandogli un'ultima occasione di ripensare a quello che
stava per compiere. Ma col boccone entra nel discepolo satana
l'oppositore di Dio. Giuda esce da quell’ambiente di grazia, in-
sopportabile per lui. Ed era notte per lui, lontano dalla luce che
è Gesù. Come è triste tutto questo: esprime la tragedia dell'uomo
che resiste alla grazia, al dono di Dio. Il tradimento e il peccato
accompagnano la Chiesa fin dalle sue origini. Tutti i membri
della Chiesa non devono mai presumere di se stessi, come
Pietro, perché il peccato è sempre possibile.
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