L'ingresso di Gesù in Gerusalemme Era la mattina di quella che noi chiamiamo la domenica delle
Palme. A Betania in quel mattino e nella sera precedente si erano
radunati intorno a Gesù molte persone venute dalla Galilea in pel-
legrinaggio pasquale, e anche cittadini di Gerusalemme, diventati
credenti in lui, dopo il miracolo della risurrezione di Lazzaro.
Vi era l'abitudine che i cittadini uscissero incontro ai gruppi
di pellegrini più numerosi o importanti, e tutti uniti entrassero in
città fra canti e manifestazioni di gioia. Gesù, al contrario di
quanto accadde altre volte, si mostrò favorevole all'ingresso
solenne nella città. Gesù scelse la via più breve che da Betania
risaliva sul monte degli Olivi e discendeva lungo il versante occi-
dentale e si congiungeva con la città presso l’angolo nord-orientale
del tempio; lungo questo percorso si passava vicino all’antico vil-
laggio chiamato Bethphage = casa dei fichi immaturi. Egli dette
un ordine che colmò di gioia tutti i presenti. Chiamati due
discepoli disse loro: "Andate nel villaggio che vi sta di fronte,
subito troverete un’asina legata e con essa un puledro, scioglieteli
e conduceteli a me. Se qualcuno poi vi dirà qualche cosa, rispondete:
Il Signore ne ha bisogno, ma li rimanderà subito.
Ora questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato
annunziato dal profeta: Dite alla figlia di Sion: Ecco, il tuo re
viene a te mite, seduto su un’asina, con un puledro, figlio di
bestia da soma.
I discepoli andarono e fecero quello che aveva ordinato loro
Gesù, condussero l'asina e il puledro, misero su di essi i mantelli
ed egli vi si pose a sedere. La folla stese i suoi mantelli sulla
strada mentre altri tagliavano rami dagli alberi e li stendevano
sulla via. La folla che andava innanzi e quella che veniva dietro,
gridava: Osanna al figlio di Davide! Benedetto colui che viene
nel nome del signore! Osanna nel più alto dei cieli!
L'asino era in Palestina la cavalcatura delle persone autorevoli
fin dal tempo di Balaam (Numeri 22, 21).
L'evangelista Matteo fa notare che allora si adempì ciò che
disse il profeta Zaccaria (9, 9), secondo il quale il re di Sion
sarebbe venuto a lei mansueto cavalcando un’asina e un asinello.
Matteo ricorda che a Bethphage, nel luogo indicato da Gesù
stavano legati l'asinello e sua madre e che tutti e due furono
portati a Gesù. Gli altri evangelisti nominano solo l'asinello sul
quale salì Gesù.
All'arrivo dei due animali la folla non si contenne più. Con
quella cavalcatura si poteva compiere un ingresso trionfale nella
città. L'asinello che non era ancora servito da cavalcatura a
nessuno, era più indicato a trasportare per la prima volta una
persona sacra come Gesù. Gli antichi pensavano che un animale
già adibito a servizi profani fosse meno adatto ad usi religiosi.
Nelle grida delle persone si manifestava la gioia per il regno
messianico inaugurato dal Messia figlio di Davide, anche se era
annunciato con segni modesti: un asinello e pochi rami di palma.
Per quella gente era la prima favilla di un grande incendio
futuro.
Fra le grida festose della folla, Gesù piange su Gerusalemme
dicendo: "Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, la via
della pace. Ma ormai è stata nascosta ai tuoi occhi. Giorni
verranno per te in cui i tuoi nemici ti cingeranno di trincee, ti cir-
conderanno e ti stringeranno da ogni parte, abbatteranno te, i
tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra,
perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata"
(Luca 19, 42-44). Queste parole si riferiscono al terribile assedio
che Tito mise nel 70 a Gerusalemme.
|