Il tradimento di Giuda
L'evangelista Matteo scrive: "Terminati questi discorsi, Gesù
disse ai suoi discepoli: Voi sapete che fra due giorni è Pasqua e
che il Figlio dell'uomo sarà consegnato per essere crocifisso.
Allora i sommi sacerdoti e gli anziani del popolo si riunirono
nel palazzo del sommo sacerdote che si chiamava Caifa, e
tennero consiglio per arrestare con un inganno Gesù e farlo
morire. Ma dicevano: Non durante la festa, perché non avvengano
tumulti fra il popolo" (26,1-5).
Gesù collega la Pasqua che sta per venire con la consegna
del Figlio dell'uomo; egli mostra la sua prescienza e la piena
libertà nell’affrontare ciò che sta per accadere, con piena consa-
pevolezza e libertà, porta a compimento la sua missione.
Matteo continua: "Allora uno dei dodici, chiamato Giuda
Iscariota andò dai sommi sacerdoti e disse: Quanto mi volete
dare perché io ve lo consegni? E quelli gli fissarono trenta
monete d'argento. Da quel momento cercava l'occasione propizia
per consegnarlo" (26,14-16).
Viene spontanea la domanda, quale motivo spinse Giuda al
tradimento? La prima risposta è che Giuda tradì Gesù per amore
al denaro. Gli evangelisti presentato Giuda come un ladro che
ruba il denaro della cassetta comune, quindi come un ammini-
stratore infedele, senza scrupoli. Che l'amore al denaro sia il
primo movente al tradimento appare anche dalle prime parole
che Giuda dice ai capi giudei: Quanto mi volete dare perché io
ve lo consegni? La ragione del lucro è dunque sicura. Tuttavia
dallo svolgimento di tutta la tragedia, sorge il dubbio che non
sia la sola, visto l'inaspettato gesto di Giuda compiuto due
giorni dopo; quando Gesù è stato condannato, il traditore si
pentì e, portato il denaro ai sommi sacerdoti si impiccò. Quello
che si può dire almeno è che è un comportamento anomalo per
un avaro che ama solo il denaro. Una cosa è certa: il cuore del-
l'uomo è un abisso insondabile, che può essere scrutato solo da
Dio.
L'evangelista Luca inizia il racconto del tradimento dicendo
che satana entrò in Giuda Iscariota, il quale andò ad accordarsi
per il suo delitto con i sommi sacerdoti (22, 3).
Giuda, con la sua vita dominata dalle passioni, lasciò che
satana entrasse in lui, rendendolo un suo strumento, nel più
potente assalto sferrato contro Gesù alla fine della sua vita.
Con ciò non si nega la responsabilità di Giuda nel tradimento,
ma viene illuminato ancora di più il mistero dell'iniquità,
tenuto conto che satana prima spinse Giuda a vendere Gesù, e
poi fece leva sul suo rimorso, sulla gravità del suo peccato,
per togliergli la fiducia nel perdono e nella misericordia di
Gesù.
Questo deve far pensare sul pericolo sempre in agguato di
questa potenza tenebrosa, la cui esistenza oggi viene negata
anche da teologi e biblisti che si dicono cattolici.
|