Il Cristo figlio e Signore di Davide
Dopo questa discussione, l'evangelista Marco dice che nessuno
aveva più il coraggio di interrogare Gesù (12, 34). L'evangelista
Matteo scrive: "Trovandosi i farisei riuniti insieme, Gesù chiese
loro: Che ne pensate del Messia? Di chi è figlio? Gli risposero: di
Davide. Ed egli a loro: Come mai allora Davide, sotto ispirazione,
lo chiama Signore, dicendo: Ha detto il Signore al mio Signore:
Siedi alla mia destra, finché io non abbia posto i tuoi nemici sotto
i tuoi piedi? Se dunque Davide lo chiama Signore, come può
essere suo figlio? Nessuno era in grado di rispondergli nulla, e
nessuno, da quel giorno in poi, osò interrogarlo" (22,46).
Questa volta è Gesù che interroga i farisei e manifesta la sua
superiorità su coloro che erano così presuntuosi da pensare di
poterlo mettere in difficoltà o peggio di trovare nelle sue parole
motivo di condanna.
Gesù fece osservare che nella Sacra Scrittura Davide stesso
chiama Signore il futuro Messia che era suo discendente. Secondo
Gesù ciò dimostrava che il Messia era più che figlio di Davide,
perché superava Davide stesso.
Più tardi, dal secolo secondo in poi, i rabbini risolsero la que-
stione sostenendo che il Salmo 110, nel testo ebraico, (nella volgata
109), non si riferiva al Messia, ma ad un altro personaggio, che
poteva essere Abramo o Davide stesso. Questa interpretazione
arbitraria, infondata era frutto della polemica anticristiana.
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