Gesù di Nazaret rivelato ai piccoli 

- Giuseppe sposo di Maria -


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Giuseppe sposo di Maria

Giuseppe nel Vangelo è presentato come sposo di Maria, la 
quale, a sua volta, viene presentata come sposata a Giuseppe. Gli 
evangelisti insistono sulla circostanza che Maria è vergine e che 
Gesù è stato concepito per opera dello Spirito Santo. Dio ha 
voluto che il concepimento e la nascita di Gesù avvenisse da una 
vergine e nel contesto del matrimonio, che non è un espediente 
per risolvere alcuni problemi. 


L'origine divina di Gesù, Verbo di Dio, viene affermata con il 
riferimento esplicito allo Spirito Santo e con l'insistenza sulla 
verginità di Maria. San Giuseppe viene ricordato tra i discendenti 
di Davide, è ripetutamente indicato come figlio di Davide, della 
casa di Davide. Gli evangelisti non rivendicano la discendenza 
davidica per Maria. La messianicità di Gesù passa attraverso Giu- 
seppe. Gesù è figlio di Davide, perché lo è Giuseppe. La genealogia
non va assolutamente separata dal racconto dell’origine di Gesù. 


La genealogia legalizza la davidicità di Giuseppe; la serie dei 
"generò" si ferma a lui, nel pieno rispetto dell’azione dello Spirito 
Santo rivendicata per il concepimento di Gesù. il ponte tra Giuseppe 
figlio di Davide e Gesù è costituito dal matrimonio di Giuseppe 
sposo di Maria, dalla quale nasce Gesù. Di qui l'esigenza che Giu- 
seppe conservi il vincolo coniugale e imponga il nome a Gesù, ri- 
conoscendo giuridicamente come proprio il figlio della sua legittima 
sposa. Da questo momento dobbiamo pensare ad una vita familiare 
di cui rispettiamo il segreto, ma che agli occhi di tutti doveva 
risultare normale e comune. 


Come si vede dalla narrazione evangelica il ruolo di Giuseppe 
non è solo quello di dare protezione a Maria e a Gesù, ma è di chi è 
investito dell’autorità di capo, di guida della famiglia e come tale 
vive tutti i problemi della sua famiglia nella piena partecipazione e 
solidarietà. Da qui impariamo a distinguere i vari ruoli nell’ambito 
familiare e ad assegnare a ciascuno compiti precisi, diritti e doveri 
sia per il padre, per la madre, come per i figli. Non c'è nessuna 
figura complementare, tutti devono svolgere il loro compito fino in 
fondo, senza disimpegni, abbandoni, interventi suppletivi dannosi, 
come avviene quando la madre fa anche da padre o viceversa. 
Volendo tornare all’argomento su Giuseppe sposo di Maria, 
per un ulteriore approfondimento, è da notare che il matrimonio 
con Maria è il fondamento giuridico della paternità di Giuseppe. 
La sua paternità passa attraverso il matrimonio con Maria, cioè 
attraverso la famiglia. Gli evangelisti, pure affermando che Gesù 
è stato concepito per opera dello Spirito Santo e che in quel ma- 
trimonio è stata conservata la verginità, chiamano Giuseppe 
sposo di Maria e Maria sposa di Giuseppe. Di qui si comprende 
perché le generazioni sono state elencate secondo la genealogia 
di Giuseppe. Il figlio di Maria è anche figlio di Giuseppe in forza 
del vincolo matrimoniale che li unisce. 


Sant' Agostino afferma: "A motivo di quel matrimonio fedele 
meritarono entrambi di essere chiamati genitori di Cristo, non 
solo quella madre, ma anche quel suo padre, allo stesso modo 
che era coniuge di sua madre, entrambi per mezzo della mente 
non della carne". In tale matrimonio non mancò nessuno dei re- 
quisiti che lo costituiscono. "In quei genitori, continua Sant' Ago- 
stino, si sono realizzati tutti i beni delle nozze: la prole, la fedeltà, 
il sacramento. Conosciamo la prole, che è lo stesso Signore Gesù; 
la fedeltà, perché non c'è nessun adulterio; il sacramento, perché 
non c'è nessun divorzio". 


Analizzando la natura del matrimonio, sia Sant'Agostino 
che San Tommaso d'Aquino la collocano costantemente nell'in- 
divisibile unione degli animi, nell'unione dei cuori, nel consenso, 
elementi che in quel matrimonio si sono manifestati in modo 
straordinario. Nel momento culminante della storia della salvezza, 
quando Dio rivela il suo amore per l'umanità mediante il dono 
del Figlio, è proprio il matrimonio di Maria e Giuseppe che 
realizza in piena libertà il dono sponsale di sé nell’accogliere ed 
esprimere un tale amore. 


"In questa grande impresa del rinnovamento di tutte le cose 
in Cristo - afferma Paolo VI - il matrimonio, anch' esso purificato 
e rinnovato, diviene una realtà nuova, un sacramento della nuova 
Alleanza. Ed ecco che alle soglie del Nuovo Testamento, come già 
all'inizio dell’Antico, c'è una coppia. Ma, mentre quella di Adamo 
ed Eva era stata sorgente del male che ha inondato il mondo, 
quella di Giuseppe e di Maria costituisce il vertice dal quale la 
santità si espande su tutta la terra. Il Salvatore ha iniziato l'opera 
della salvezza con questa unione verginale e santa, nella quale si 
manifesta la sua onnipotente volontà di purificare e santificare la 
famiglia, questo santuario dell’amore e questa culla della vita". 
La famiglia riceve da Dio la missione di custodire, rivelare e 
comunicare l'amore di Dio per l'umanità e l'amore di Cristo per
la Chiesa sua sposa. È nella santa Famiglia di Nazaret, prima 
chiesa domestica, che tutte le famiglie cristiane devono trovare il 
loro modello. 


San Giuseppe mediante l'esercizio della sua paternità coopera 
al mistero della redenzione ed è ministro della salvezza. Gli 
evangelisti sono attenti a mostrare come nella vita di Gesù nulla 
sia stato lasciato al caso, ma tutto si sia svolto secondo un piano 
divinamente prestabilito. 


Maria è l'umile serva del Signore, preparata dall'eternità al 
compito di essere Madre di Dio; Giuseppe è colui che Dio ha 
scelto per provvedere all'inserimento ordinato del Figlio di Dio 
nel mondo, nel rispetto delle disposizioni divine e delle leggi 
umane. Tutta la vita nascosta di Gesù è affidata alla sua custodia" 
(cfr. Redemptoris Custos, nn. 2-3; 7-8). 

 
 


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