Giudaismo ufficiale Le fonti giudaiche hanno poche notizie attendibili.
Con la distruzione di Gerusalemme avvenuta nell’anno 70
dell’era cristiana, circa quarant' anni dopo la morte e risurrezione
di Gesù, la vita spirituale del giudaismo rimase rappresentata
dalla corrente dei farisei, i quali raccolsero la tradizione orale,
che insieme alla Bibbia formava l'unico patrimonio morale del
giudaismo.
I farisei che fecero questo lavoro nei secoli I-III, furono
chiamati i Tannaiti, e ad essi seguirono gli Amorei, che operarono
fino al termine del secolo V. Ai Tannaiti è dovuto il codice della
Mishna, agli Amorei il commento alla Mishna; dall'unione della
Mishna col suo commento è sorto il Talmud nella sua doppia re-
censione palestinese e babilonese. Ma il Talmud, pur contenendo
materiale che risale prima della distruzione di Gerusalemme, fu
messo definitivamente nello scritto tra i secoli V e VI e prima il
suo contenuto fu trasmesso solo oralmente, affidato alla memoria
dei vari dottori.
Il Talmud, così redatto, divenne la forza spirituale del giu-
daismo e ricevette, insieme con la Bibbia, carattere ufficiale. Con-
temporaneamente al Talmud si elaborava altro materiale, che fu
messo in iscritto solo dopo una lunga trasmissione orale.
Gli scritti così sorti, fra i quali primeggiano per estensione e
numero i vari Midrashim, non ebbero carattere ufficiale come il
Talmud, tuttavia ebbero un valore subordinato e complementare.
In questi scritti del giudaismo ufficiale, la persona e l'opera
di Gesù sono note, sebbene spesso si alluda ad esse solo indiret-
tamente e in maniera anonima.
Analizzando i dati da essi riportati, risulta che questi dati
non sono citati in nessun altro documento antico e inoltre ci sono
contraddizioni e incongruenze, cosicché da essi risulta questa
biografia di Gesù. Il Nosri = Nazzareno nacque da una pettinatrice
di nome Maria, il marito di questa donna è chiamato talvolta
Pappos, figlio di Giuda e altre volte Stada Anche la donna è
chiamata col nome di Stada. Il vero padre di Gesù fu un certo
Pantera. Di questo strano nome che appare anche nelle varianti
di Panteri, Pantori, Pandera è stata data la seguente spiegazione.
Dopo il definitivo distacco del cristianesimo dal giudaismo, i
giudei udivano dai cristiani di lingua greca affermare che Gesù
era figlio di "parthenou", ossia di una vergine e quindi il nome
comune fu creduto nome proprio e da appellativo della madre
divenne nome personale del padre illegittimo. Questa spiegazione
è molto verosimile e dimostra che il giudaismo non ebbe una sua
particolare fonte di notizie riguardo a Gesù, ma le prese dal cri-
stianesimo deformandole in modo tendenzioso.
Gesù è chiamato figlio di Pantera e anche figlio di Stada.
Gesù recatosi in Egitto, là studiò magia sotto Giosuè, figlio
di Perachia. Quanto alla cronologia è da rilevare che questo
Giosuè nacque l'anno 100 avanti l'era cristiana e il suddetto
Pappos nacque 230 anni più tardi. Tornato in patria e respinto
dal suo maestro Gesù esercitò la magia traviando il popolo. Per
tali ragioni fu giudicato e condannato a morte. Prima che la con-
danna fosse eseguita, si attesero quaranta giorni durante i quali
un araldo invitava la gente a esporre qualsiasi giustificazione in
favore del condannato.
Non essendosi presentato alcuno, il condannato fu lapidato
e poi appeso al patibolo a Lydda, il giorno di preparazione alla
Pasqua. Al presente egli si trova nella Geenna, immerso in una
melma bollente. Questi dati sono esposti in modo velato e Gesù
viene designato con l'indicazione di "un tale", con l'epiteto di
Balaam, l'antico mago, di cui si parla nel libro di Numeri 22 del-
l'Antico Testamento, con l'appellativo di pazzo e con altri ancora
peggiori.
A metà del secolo II, dell’era cristiana, San Giustino martire,
nel suo Dialogo con il giudeo Trifone, accusa i dottori giudei di dif-
fondere ovunque calunnie e bestemmie contro Gesù. Anche il
pagano Celso, nel suo "Discorso veritiero", scritto nell’anno 180,
attinge a questi dati contenuti nel Talmud. Tutte queste falsità sa-
crileghe ampliate costituirono il libello intitolato "Toledoth
Jeshua",cioè Storia di Gesù, che circolava in varie recensioni nei secoli
VIII-IX, e che fu per il giudaismo la biografia ufficiale di Gesù fino all'inizio del XX secolo.
Occorre dire subito che gli ebrei dotti e coscienziosi considerano
questi scritti come leggendari, così hanno fatto studiosi razionalisti,
come Renan il quale ha definito questi racconti una leggenda
burlesca ed oscena.
Nel medioevo Juda Halevi (1085-1135) filosofo e poeta
spagnolo e Mosè Maimonide (1135-1204) hanno un atteggiamento
positivo verso il cristianesimo, considerato da loro come difensore
del monoteismo. Nel periodo che precede l'epoca moderna,
l'élite intellettuale ebraica considera Gesù un maestro e un profeta
giudeo, degno di grande stima.
Con l'epoca moderna inizia un tentativo di riappropriazione
di Gesù da parte di studiosi ebrei, i quali con la ricerca più ap-
profondita e serena hanno riscoperto le radici ebraiche di Gesù.
Tra questi è da ricordare J. Klauser, docente di letteratura neo-
ebraica all'Università di Gerusalemme, che si impose all’attenzione
con un volume pubblicato in ebraico, nel 1922 e poi tradotto in
varie lingue, nel quale un ebreo presentava la figura di Gesù ad
altri ebrei, utilizzando i risultati della ricerca storico-critica sui
Vangeli. Egli presenta Gesù come un giudeo, trasformato nel
Cristo Figlio di Dio dall’apostolo Paolo. L'autore vede in Gesù
un modello di comportamento, secondo le norme della legge
morale, il quale svaluta le osservanze rituali, come quelle relative
ai cibi impuri e all’osservanza del sabato. L'opera del Klauser su
Gesù rimane una pietra miliare. Ad essa si rifanno tutti gli autori
successivi.
Anche P. Lapide, nato nel 1922 in Canada, ed emigrato in Pa-
lestina nel 1938, diplomatico e docente universitario a Gerusalemme,
mostra un atteggiamento positivo verso Gesù.
David Flusser, nato a Vienna nel 1917, cresciuto a Praga,
emigrato in Palestina nel 1938, è il maggiore studioso ebreo di
Gesù di Nazaret. Un suo libro "Jesus" riassume in forma densa e
divulgativa, una vita di studi ad altissimo livello.
Sul problema della storicità dei Vangeli, questo professore
ebreo di storia del cristianesimo all'Università di Gerusalemme,
non ha dubbi. Egli ha scritto: "Gesù è il giudeo del I secolo del
quale meglio conosciamo la vita e il pensiero". Conoscitore, a
differenza di tanti specialisti di origine cristiana, dell’immensa
letteratura antica in ebraico e in aramaico, Flusser parla con
ironia dei professori occidentali, i quali dicono che non sappiamo
nulla di storicamente certo su Gesù. Basti un esempio: secondo
critici razionalisti del Nuovo Testamento, l'episodio dello scambio
tra Gesù e Barabba sarebbe stato inventato dalla Chiesa primitiva
per scagionare Pilato e accusare i giudei che avrebbero preferito
un assassino alloro Messia. Flusser giudica l'episodio verosimile
e dimostra con prove l'usanza dei governatori romani in Palestina
di concedere in occasione della Pasqua la libertà a un detenuto.
Il lavoro di Flusser è dunque prezioso per chiunque cerchi la
verità nella Sacra Scrittura. Oggi i ricercatori ebrei, utilizzando le
fonti evangeliche, affermano la storicità di Gesù.
I tratti caratteristici di Gesù che risultano da questo contributo
della ricerca ebraica sono i seguenti:
Gesù è un ebreo per origine, formazione e per il suo progetto
etico-religioso. Gli ebrei e chi si immerge nella tradizione religiosa
e culturale dell'ebraismo si trovano in una condizione privilegiata
per capire e valorizzare la persona e l'opera di Gesù.
Gesù è un maestro riformatore che si colloca nella linea dei
profeti classici, per l'intensità e radicalità del suo progetto etico-
religioso e la genialità del suo insegnamento.
Gesù ha condiviso le speranze messianiche del suo popolo e
si è considerato "Messia" in modo originale.
Gesù, pur essendo in sostanziale accordo con i farisei rifor-
matori del suo tempo, è entrato in conflitto con i maestri della
Legge sul problema delle osservane rituali e i rapporti con i pec-
catori.
Gesù è stato condannato alla morte di croce dall’autorità ro-
mana, Ponzio Pilato, con la connivenza dell’autorità religiosa del
tempo di indirizzo sadduceo.
Certamente esistono delle differenze fondamentali tra cristiani
ed ebrei nei confronti di Gesù. Dai primi, egli è considerato il Si-
gnore, dai secondi, un grande profeta (cfr. Alberto Campoleoni,
Sergio De Cadi, Gesù e il cristianesimo, Casa editrice Marietti
Scuola, Casale Monferrato 1989).
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