Giovanni Battista invia a Gesù due suoi discepoli Giovanni era prigioniero, chiuso nei sotterranei della fortezza
di Macheronte. La prigionia si prolungava e ancora non vedeva
una manifestazione del Messia.
Erode Antipa, che aveva per il Battista un riguardo particolare,
gli permetteva di ricevere nella prigione i suoi discepoli rimasti a
lui uniti anche dopo il ministero pubblico di Gesù. Questi gli di-
cevano che il nuovo Rabbi operava miracoli, ma non si era mai
proclamato Messia, anzi rimproverava coloro che lo dicevano.
Giovanni invia due discepoli a Gesù con l'incarico di rivolgergli
la domanda: "Sei tu colui che viene, o dobbiamo aspettare un
altro?" (Luca 7, 19).
"In quello stesso momento Gesù guarì molti da malattie, da
infermità, da spiriti cattivi e donò la vista a molti ciechi. Poi
diede loro questa risposta: Andate e riferite a Giovanni ciò che
avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi cam-
minano, i lebbrosi vengono sanati, i sordi odono, i morti risuscitano,
ai poveri è annunciata la buona novella. E beato è chiunque non
sarà scandalizzato da me!".
Quando gli inviati di Giovanni furono partiti, Gesù cominciò a
dire alla folla riguardo a Giovanni: Che cosa siete andati a vedere
nel deserto? Un uomo avvolto in morbide vesti? Coloro che portano
vesti sontuose e vivono nella lussuria stanno nei palazzi dei re.
Allora, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, vi dico, e più
che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto: Ecco io mando
davanti a te il mio messaggero, egli preparerà la via davanti a te. lo
vi dico, tra i nati di donna non c'è nessuno più grande di Giovanni;
però il più piccolo nel regno di Dio è più grande di lui.
Tutto il popolo che lo ha ascoltato, e anche i pubblicani, hanno
riconosciuto la giustizia di Dio ricevendo il battesimo di Giovanni.
Ma i farisei e i dottori della legge non facendosi battezzare da lui
hanno reso vano per loro il disegno di Dio" (Luca 7, 24-30).
Due discepoli è il minimo richiesto dalla legislazione giudaica
perché una testimonianza sia credibile.
Il Battista è in attesa di un Messia che predichi penitenza,
promuova ordine morale e politico, riaffermi la predilezione di
Dio per il popolo eletto. Invece di tutto questo, ecco uno che
attira le folle e fa parlare di sé per quello che dice e fa. Gesù
opera in quello stesso momento molte guarigioni del corpo e
dello spirito e richiama il testo del profeta Isaia in cui viene
descritta l'opera del futuro Messia: 29,18-19,35,56 e 61,1-2).
Gesù prima di parlare opera miracoli per dare credito alle
sue parole. A comprenderlo sono le folle, che non si scandalizzano
di lui. Esse sono il segno che il regno di Dio sta entrando nel
mondo. Gesù è il medico messianico, il giudice escatologico e il
profeta degli ultimi tempi. Ma chi è Giovanni Battista? Gesù ne
tesse l'elogio di fronte alla folla: il suo battesimo di penitenza ha
spinto il popolo a riconoscere e ricevere il dono di Dio: lui il
Messia. Non così hanno fatto i farisei e i dottori della legge che
hanno rifiutato quel battesimo e si sono preclusi l'accesso al
Messia. Il Battista è il profeta che ha incontrato Dio nel deserto,
non nel lusso dei palazzi dei re. Come tale, è il più grande dei
profeti dell’antica alleanza, ma il più piccolo nel regno di Dio è
più grande di lui. L'umanità è a un bivio storico: a lei la scelta.
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