Gesù e i suoi parenti L'evangelista Marco scrive: "Entrò in una casa e si radunò di
nuovo attorno a lui molta folla, al punto che non potevano
neppure prendere cibo. Allora i suoi, sentito questo, uscirono per
andare a prenderlo, poiché dicevano: È fuori di sé" (3,21).
L'espressione "fuori di sé" non indica un uomo pazzo e ciò
appare da tutto il contesto, ma uno normale, preso dall’entusiasmo,
dalla sua attività missionaria, insomma uno stato d'animo fuori del-
l’ordinario. Inoltre, l'espressione può anche non essere attribuita ai
suoi parenti, perché il verbo reggente "elegon" può valere per un
impersonale si diceva, la gente diceva, come si trova altre volte nel
testo di Marco (3, 30). Chiunque abbia espresso quel giudizio, la
venuta dei parenti aveva uno scopo buono: essi andavano non per
legare e portare via Gesù come pazzo, ma per indurlo a moderarsi
nella sua attività, ad avere cura della sua persona, a fare una vita più
comoda e normale tra i suoi parenti, al riparo dalle minacce dei
farisei. Gesù risponde come una persona totalmente dedicata ad
un’altissima missione. La preoccupazione dei parenti di Gesù riflette
la mentalità di chi anche oggi vorrebbe chiudere Dio e le sue esigenze
nel nostro concetto di ordine e di buon senso e quindi chi si dona a
lui lo deve fare risparmiandosi nella fatica e nell’amore. Chi si
supera, ci sorprende e disturba, lo definiamo privo di buon senso.
Gesù è ancora assediato dalla folla nella casa, quando gli ri-
feriscono che sua madre e i suoi parenti sono fuori e desiderano
parlargli. I parenti contavano sull’autorità di Maria, per riuscire
meglio nel loro scopo; ciò non significa che Maria fosse d' accordo
con loro.
La madre di Gesù andò con loro, perché una donna in
Palestina difficilmente poteva sottrarsi alle decisioni prese dai
capi della parentela quando pensavano di agire per il decoro del
casato o a favore di un consanguineo. All’annuncio della visita
Gesù rispose: "Mia madre e miei fratelli sono coloro che ascoltano
la parola di Dio e la mettono in pratica" (Luca 8, 21). Certi parenti
ritengono Gesù un esaltato, e i farisei e gli scribi un indemoniato.
Dinanzi a Gesù non si può essere neutrali, bisogna prendere
posizione. Chi lo dice indemoniato e attribuisce allo spirito del
male ciò che deriva dallo Spirito Santo, si chiude alla realtà di
Gesù Messia e si pone fuori dalla salvezza; chi si decide per Gesù
entra nella sua nuova famiglia molto più importante di quella
biologica. Occorre fare un salto di qualità, passando dall’ordine
naturale umano a quello divino, soprannaturale.
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