CONCLUSIONE
Il cammino spirituale per conoscere di più Gesù di Nazaret,
sta per finire. La prima impressione che si ricava dal nostro
studio è che Gesù è un abisso di luce.
Talvolta qualcuno lo vorrebbe mettere assieme a personaggi
significativi della storia dell'umanità: Socrate, Confucio, Budda,
Maometto, ecc. Nessuno si può paragonare e nemmeno accostare
a lui, tanto è lontano anche da quelli ritenuti grandi.
Gesù è di un altro mondo, di un’altra natura, pure avendo
voluto assumere la nostra natura umana. Chi è allora Gesù di Na-
zaret? Questo libro vuole rispondere alla domanda, ben sapendo
che nessuno potrà mai dare una risposta esauriente. Si può
affermare, citando l'evangelista Giovanni, che il mondo stesso
non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere.
Gesù di Nazaret ha una duplice natura: divina e umana,
perciò è vero Dio e vero uomo. Vero Dio uguale al Padre, perché
è generato dal Padre da sempre. La parola generato va intesa non
nel senso materiale, fisico, ma spirituale, come quando uno dice:
io concepisco le idee nella mente. Gesù parlando a Nicodemo
dice: "Bisogna nascere un’altra volta, per entrare nel Regno di
Dio e Nicodemo risponde: Come posso nascere ora che sono vec-
chio. Gesù ribatte: Tu sei maestro in Israele e non sai queste cose?
Ciò che nasce dalla carne è carne, e ciò che nasce dallo spirito è
spirito.
Gesù, Sapienza del Padre è generato dall’eternità, e come
uomo è generato nel tempo dalla Vergine Maria per opera dello
Spirito Santo.
Anche in noi vi è una duplice generazione, una duplice
natura: umana e divina. Ma mentre Gesù è Figlio eterno del
Padre per natura, noi siamo figli di Dio per adozione, per parte-
cipazione alla natura divina. In Gesù Cristo vi è la pienezza della
vita divina, mentre la nostra natura umana viene divinizzata con
un dono soprannaturale, chiamato grazia santificante, tuttavia
restiamo sempre creature. Rivestiti di quell’abito divino possiamo
dire a Dio: Tu sei mio Padre, ma in modo diverso da quello con il
quale lo poteva dire Gesù. Questa partecipazione alla vita divina
ci fa realmente figli di Dio, non solo di nome, ma di fatto. È Gesù
che con la sua morte e risurrezione ha reso possibile questa tra-
sformazione, questa elevazione della nostra natura, assimilandoci
a lui, incorporandoci nell'unico Corpo mistico che è la Chiesa,
alla quale trasmette i suoi doni. Sicché noi siamo fatti figli nel
figlio. Questo dono del Padre viene a noi per l'opera redentrice
di Gesù. Questo è il mistero nascosto da secoli in Dio, che fu
rivelato nella pienezza del tempo, di cui particolarmente l'apostolo
Paolo si è fatto annunciatore.
Nessuno può andare al Padre se non attraverso Gesù di Na-
zaret. Non ci sono altre vie. Egli è l'unica via, l'unico Salvatore.
Se siamo figli di Dio, siamo anche eredi di Dio. La nostra
eredità è Dio stesso. Siamo coeredi di Cristo, cioè eredi insieme
con Cristo che facendosi uomo, si è fatto nostro fratello e ci ha
meritato l'eredità di Dio.
Cristo, Redentore del mondo, è l'unico mediatore tra Dio e
gli uomini e non vi è un altro nome sotto il cielo nel quale
possiamo essere salvati (cfr. Atti 4,12).
Cristo, Figlio della stessa natura del Padre, è dunque colui
che rivela il disegno di Dio nei riguardi di tutta la creazione e, in
particolare, nei riguardi dell'uomo.
Concludo con le parole dette da Gesù: "Io ti rendo lode,
Padre, Signore del cielo e della terra, che hai nascosto queste
cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli" (Luca 10, 21).
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