Venti
anni di legge n.194:
bilancio di un fallimento e di una strage!
La legge si propone di azzerare gli aborti
terapeutici , di ridurre gli aborti spontanei, di assistere gli aborti
clandestini. Si propone inoltre di favorire la procreazione cosciente, di
aiutare la maternità, di tutelare la vita umana dal suo inizio. In
concreto i fatti, dal 1978 ad oggi, hanno dimostrato il contrario.
Gli
aborti "terapeutici" hanno superato i tre milioni e mezzo,
con una media di poco inferiore ai duecentomila all’anno e un
rapporto annuo che è di un aborto ogni tre o quattro nati vivi.
Il
profilo medio della donna che fa ricorso all’aborto rinvia a una
gestante che nella maggior parte dei casi è coniugata, non separata né
divorziata, in età compresa tra i venticinque e i trentaquattro anni, con
sufficiente livello di istruzione, e con non più di due figli, pertanto
in condizioni ottimali, almeno sotto questi profili, per accogliere il
nascituro.
La legge n.194 ha fallito pure sul versante
della lotta alla clandestinità perché,
sempre in base alle stime ministeriali,
l'aborto clandestino
si attesterebbe attualmente
fra le cinquanta e le sessantamila unità all'anno.
L ‘area della recidività fra chi ricorre all’intervento di
interruzione volontaria di gravidanza supera del 30% coloro che hanno già
abortito almeno una volta.
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