No
all'eutanasia
L'eutanasia etimologicamente significa "dolce
morte". In realtà è un intervento diretto per porre fine
all'esistenza umana, e dunque, per i credenti nel Dio amante della vita,
un atto inaccettabile. Dire con chiarezza che cosa effettivamente sia, è
dunque il primo servizio alla verità. Il fascino sinistro dell'eutanasia
si nasconde tra le maglie di un'epoca nella quale la vita media si è
vistosamente allungata e la medicina ha raggiunto livelli tali da
consentire la sopravvivenza anche a persone dal fisico fragile o minato
dalla malattia.
Nella cultura secolarizzata l'uomo teme di più la sofferenza che la
morte: la prospettiva della infermità permanente fa più paura della
morte improvvisa. Un tempo il morire senza preavviso era considerato un
evento pericoloso per la salvezza dell'anima, e si chiedeva a Dio
d'esserne liberati. Oggi invece l'uscita istantanea della vita è stimata
da molti una "bella morte", e il dolore qualcosa di
insopportabile. Ma se viene rimosso il riferimento a Dio, l'uomo sprofonda
nella solitudine e nell'abbandono. Succede talora che qualche disperato
domandi di essere "aiutato" a morire. Quasi sempre però tale
richiesta non è che un disperato appello alla solidarietà a coloro che
lo circondano: parenti, amici, medici, infermieri... Lo stare vicino al
malato terminale diventa allora uno squisito atto d'amore che lo
accompagna nel tunnel della sofferenza. E' l'impegno dei discepoli di
Cristo e di chi crede nella grandezza e nella dignità umana.
torna all'indice ...
|