No
allo sfruttamento dei minori
"Una nave, con 250 bambini schiavi a bordo, sta
vagando nei mari dell'Africa occidentale ...". Era l'allarme, uno dei
tanti, lanciato tempo fa da Organismi internazionali, come l'UNICEF e la
CRI, per denunciare una delle piaghe più dolorose del nostro tempo: il
persistente commercio di bambini schiavi. Ma quanti sono oggigiorno i
vascelli della vergogna?
Secondo stime attendibili sono almeno 250 milioni i bambini al di sotto
dei 14 anni che sono costretti a lavorare senza garanzia alcuna e, tra
essi, moltissimi in condizioni subumane. Nei Paesi poveri dell'Asia,
dell'Africa e dell'America Latina, sono le famiglie stesse, ridotte
all'estrema miseria, a "vendere" per una manciata di dollari i
propri figli in tenera età, dietro una ingannevole promessa di un futuro
migliore.
Un'altra piaga non meno grave, presente ovunque e spesso perfino
nell'ambito delle mura domestiche, è la pedofilia, vale a dire quella
perversione sessuale che coinvolge i bambini e ne compromette il sereno e
armonico sviluppo della personalità. Già nell'antichità vigeva la
massima secondo cui "al fanciullo è dovuto il più grande
rispetto". Cristo, con ancora più forza, insegna che chi accoglie
anche un solo bambino nel suo nome, accoglie lui personalmente. Poi passa
ad ammonire: "Chi scandalizza anche uno solo dei piccoli che credono
in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina
girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare" (Mt 18,6).
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