Il Signore dice a Caino:
"La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo!"
(Gn 4, 10).
Non è solo la voce del
sangue di Abele a gridare verso Dio, ma anche il sangue di ogni uomo
ucciso dopo Abele. In una forma unica, grida a Dio la voce del
sangue di Cristo, di cui Abele nella sua innocenza è figura
profetica.
Il sangue di Cristo che
redima purifica e salva, rivela la grandezza dell'amore del Padre,
manifesta come l'uomo sia prezioso agli occhi di Dio e come sia
inestimabile il valore della sua vita.
Contemplando il sangue
prezioso di Cristo, il credente impara a riconoscere e ad apprezzare
la dignità quasi divina di ogni uomo e può esclamare con stupore:
quale valore deve avere l'uomo davanti al Creatore, se ha meritato
di avere un così grande redentore.
E' nel sangue di Cristo che
tutti gli uomini attingono la forza per impegnarsi a favore della
vita. Proprio questo sangue è il motivo più forte di speranza,
anzi è il fondamento dell'assoluta certezza che secondo il disegno
di Dio la vittoria sarà la vita.
Segni anticipatori di
questa vittoria non mancano nelle nostre società e culture, pur
così fortemente segnate dalla cultura della morte.
Si darebbe un'immagine non
completa, che potrebbe indurre allo scoraggiamento, se alla denuncia
delle minacce alla vita non si unisse la presentazione dei segni
positivi operanti nell'attuale situazione dell'umanità. Tali segni
positivi faticano spesso a manifestarsi e ad essere riconosciuti,
anche perché non trovano adeguata attenzione nei mezzi della
comunicazione sociale. Molte iniziative di aiuto e sostegno alle
persone più deboli e indifese sono sorte e continuano a sorgere
nella comunità cristiana e nella società civile, a livello locale,
nazionale ed internazionale, ad opera dei singoli, gruppi, movimenti
ed organizzazioni di vario genere.
Sono ancora molti gli sposi
che accolgono i figli come il preziosissimo dono del matrimonio. Non
mancano famiglie che sanno aprirsi all'accoglienza di bambini
abbandonati, di ragazzi e giovani in difficoltà, di persone
portatrici di handicap, di anziani rimasti soli. Non pochi centri di
aiuto alla vita, o istituzioni analoghe, sono promossi da persone e
gruppi che, con ammirevole dedizione e sacrificio, offrono un
sostegno morale e materiale a mamme in difficoltà, tentate di
ricorrere all'aborto. Sorgono pure e si diffondono gruppi di
volontari impegnati a dare ospitalità a chi è senza famiglia o ha
bisogno di ritrovare un ambiente educativo che lo aiuti a superare
abitudini distruttive.
La medicina promossa con
grande impegno da ricercatori e professionisti, prosegue nel suo
sforzo per trovare rimedi sempre più efficaci: risultati un tempo
del tutto impensabili e tali da aprire promettenti prospettive sono
oggi ottenuti a favore della vita nascente, delle persone sofferenti
e dei malati in fase acuta o terminale. Enti e organizzazioni varie
si mobilitano per portare anche nei paesi più colpiti dalla miseria
e da malattie endemiche, i benefici della medicina più avanzata.
Così pure associazioni nazionali e internazionali di medici si
attivano tempestivamente per recare soccorso alle popolazioni
provate da calamità naturali, da epidemie o da guerre.
Sono sorti in tutto il
mondo movimenti e iniziative di sensibilizzazione sociale in favore
della vita.
Tra i segni di speranza va
notata la crescita in molti strati dell'opinione pubblica, di una
nuova sensibilità sempre più contraria alla guerra come strumento
di conflitti tra i popoli e sempre più orientata alla ricerca di
strumenti efficaci ma non violenti per bloccare l'aggressore armato.
Nel medesimo orizzonte si pone anche la sempre più diffusa
avversione dell'opinione pubblica alla pena di morte anche solo come
strumento di legittima difesa sociale, in considerazione delle
possibilità di cui dispone una moderna società di reprimere
efficacemente il crimine in modi che, mentre rendono inoffensivo
colui che l'ha commesso, non gli tolgono definitivamente la
possibilità di redimersi.
Tra luci ed ombre, ci
troviamo di fronte ad uno scontro drammatico tra il male e il bene,
la morte e la vita. Ci troviamo non solo di fronte, ma in mezzo a
tale conflitto: tutti siamo coinvolti e partecipi, con l'incredibile
responsabilità di scegliere incondizionatamente a favore della
vita.