Se sono fatte per
individuare eventuali cure necessarie al bambino non ancora nato,
sono lecite. Spesso, invece, diventano occasione per procurare l'aborto
eugenetico tendente al miglioramento della stirpe, ottenuto con
la soppressione degli esseri umani non perfetti.
L'opinione pubblica in gran
parte l'accetta perché è guidata dalla mentalità pagana che
accoglie la vita solo a certe condizioni e rifiuta l'infermità.
Seguendo questa logica si giunge a negare le cure ordinarie più
elementari e perfino l'alimentazione a bambini nati con
malformazioni o malattie.
Ci sono proposte avanzate
qua e là, di legittimare l'infanticidio, ritornando ad una barbarie
che si sperava fosse superata per sempre.
Sui malati inguaribili e
sui morenti incombono minacce non meno gravi, volendo
anticipare la loro morte al momento ritenuto più opportuno. Si
vuole così risolvere il problema del dolore, della sofferenza,
eliminandolo alla radice, cioè sopprimendo l'uomo.
Contraccezione,
sterilizzazione e aborto sono tra le cause che producono una forte
denatalità nei paesi ricchi e sviluppati.
La tentazione, di ricorrere
agli stessi metodi e attentati contro la vita, è facile anche nelle
situazioni, dove vi è un forte aumento della popolazione.
L'antico faraone, sentendo
come un incubo la presenza e il moltiplicarsi degli ebrei, li
sottopose ad ogni forma di oppressione e ordinò che venisse fatto
morire ogni neonato maschio delle donne ebree. Allo stesso modo si
comportano molti potenti della terra, i quali avvertono lo sviluppo
demografico dei popoli più poveri come un pericolo, una minaccia
per il benessere e la stessa sopravvivenza dei loro paesi.
Invece di affrontare e risolvere questi
gravi problemi rispettando la dignità delle persone, delle famiglie
e il diritto alla vita di ogni uomo, impongono una pianificazione
delle nascite, subordinando gli aiuti economici all'accettazione di
una politica anti-natalista.